Anversa
Day 7
Ad Anversa alloggiamo in un hotel stile industrial, alcune pareti sono in cemento e gli arredi sono semplici, è molto tecnologico, a me piace.
Unico difetto: non siamo riusciti a posizionare le tapparelle a metà! Abbiamo smanettato con gli interruttori per una decina di minuti, niente, o stanno su o stanno giù. In pratica o troppa luce o buio. Mi sono rifiutata di chiamare la reception (che fra l'altro non c'è) per capire il funzionamento, ho preferito raccontarmi che forse c'era qualcosa di rotto. Ho fatto come un mio ex alunno che dava la colpa al libro quando il risultato di un esercizio non era uguale al suo.
Questo hotel è completamente smart: luci colorate dentro la doccia, mensola sopra al letto con scompartimento per cellulare e porta per la ricarica, colazione fai da te. Se non sai utilizzare qualche macchina che distribuisce bevande, o ti prepara le uova, o ti taglia i salumi...se vuoi mangiare impari! Quando hai mangiato paghi da solo, ovviamente solo con carta di credito. Mi sono chiesta se per caso qualcuno avrà provato a non pagare.
È tecnologico ed ecologico, a tutti i piani, difronte all'ascensore ci sono i contenitori per la raccolta differenziata e c'è anche la lavanderia dove le macchine suggeriscono il programma da fare per lavare i tuoi capi, ottimizzando tutto. Un "concierge", si fa per dire, sta seduto al bar all'ingresso, ha un portatile davanti e ti dà le dritte se proprio non sai come fare.
In mezzo a tutta questa tecnologia, non ci crederete...udite udite...c'è la sala lettura, con libri veri, di carta!
Confesso che ho scelto questo hotel rispettando sempre gli stessi criteri: il parcheggio per l'auto e la vicinanza al centro o alla stazione metro che consente di arrivarci velocemente. Il resto è un valore aggiunto che per qualcuno potrebbe essere un difetto... ad esempio con il bagaglio ti arrangi.
A-Stay Antwerp è l'hotel di cui ho parlato sopra.
L'ingresso e la sala lettura
Serviti da solo
Il bar
C'è chi pensa a te!
Con che colore vuoi docciarti?
A-Stay hotel, si trova proprio difronte la stazione centrale e ieri sera appena arrivati siamo andati a vederla.
È veramente bella, e soprattutto è particolare perché i binari si trovano su più piani. Prima dell’introduzione dell’alta velocità i piani erano tre poi hanno scavato ancora sotto, hanno steso i binari ed i piani sono diventati quattro. La stazione è stata costruita fra il 1895 e il 1905, sopra una stazione che c'era già, è stata danneggiata dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale e poi attraverso lavori svolti nel corso degli anni, (il primo convoglio ad alta velocità è arrivato qui nel 2007) è diventata così. È stata insignita con il Premio del patrimonio culturale dell'Unione Europea.
L'interno della stazione - I quattro piani
L'ingresso della stazione
Le vetrate
Treni in partenza
Vi saluto da qui
Oggi voglio raggiungere Sint-Jansvliet. Qui c’è il Tunnel sotterraneo che attraversa il fiume Schelda. La messa in funzione del Tunnel di Sant’Anna, lungo 572 metri e collocato a 31 metri sotto il letto del fiume, risale al 1933. Anversa è una delle poche città europee a non avere ponti che attraversino il fiume che percorre la città.
La città portuale decise di realizzare due gallerie per unire il centro città alla riva occidentale, una per le auto, un po' più decentrata e una per i pedoni a ridosso del centro città.
Questo luogo conserva ancora tutte le caratteristiche della sua realizzazione originaria, con le bellissime scale mobili in legno che conducono all’ingresso del tunnel, le piastrelle bianche che decorano le pareti, ed alcuni quadri e stampe che accompagnano la passeggiata del visitatore.
Il tunnel è riservato a pedoni e ciclisti; fino al 1995 era aperto soltanto ai pedoni.
Quando arriviamo si sente il rumore delle scale mobili.
Entriamo e ci sembra di entrare realmente in un' altra epoca.
Facciamo un salto temporale all'indietro di quasi 100 anni.
Scendiamo più rampe di scale mobili fino a quando davanti a noi si presenta il tunnel, del quale non riusciamo a vedere la fine. Scorgiamo un ciclista che davanti a noi lo sta percorrendo nel nostro stesso senso di marcia e via via che si allontana, diventa un punto che va a congiungersi con quella che per noi sembra essere la fine del tunnel.
Lo percorriamo tutto e quando arriviamo in fondo troviamo alcuni operai che stanno facendo manutenzione alle scale mobili. Se non vogliamo salirle a piedi, ci indicano un ascensore per tornare in superficie. Li ringraziamo, ma ormai vogliamo fare il percorso come lo facevano i primi pedoni. Salire tutte queste scale è un po' dura, ma va bene così.
Se verrete ad Anversa dovrete fare sicuramente questa esperienza.
Le scale mobili e il tunnel
Particolari
Ciclisti che scendono con le scale mobili
Ciclisti che arrivano all'ascensore
Ciclisti in attesa dell'ascensore
Dopo essere usciti sull’altra sponda del fiume, torniamo indietro lungo il tunnel per andare a visitare la Cattedrale, che non è molto distante.
La Cattedrale di Nostra Signora è situata alle spalle del Grote Markt, l’animata piazza principale della città. La sua costruzione è iniziata nel 1352 e si è conclusa nel 1521, anche se subito dopo sono iniziati i lavori di ampliamento. Considerata uno dei più importanti esempi di architettura gotica, è la più grande del Belgio e delle Fiandre.
All’ingresso c’è da pagare il biglietto, il costo per gli adulti è 12 euro.
Dentro la chiesa è bellissima. Io mi dirigo subito a vedere le opere di Rubens: il Trittico della Deposizione dalla croce, l’Assunzione della Vergine Maria, e la tela della Resurrezione di Cristo.
Davanti ad ognuna di queste opere si resta senza parole, forse senza fiato, tanta è la bellezza.
Mi ritengo fortunata, all'interno della chiesa trovo una guida con un gruppo d'italiani. Mi imbuco un po' facendo la turista straniera, e allungando le orecchie posso raccogliere qualche informazione in più. Quando ero io a preparare le visite guidate, a me faceva piacere se qualcuno si accodava ai miei ragazzi, purché non fosse di disturbo.
Deposizione dalla croce - Rubens
Assunzione della Vergine Maria - Rubens
Resurrezione di Cristo - Rubens
L’elemento architettonico più affascinante della Cattedrale di Anversa, tanto da diventarne il simbolo della città, è la torre gotico-fiorita che con i suoi 123 metri di altezza la rendono la più alta di tutto il Benelux.
È patrimonio dell’ Unesco.
Il Grote Markt è la piazza principale di Anversa. Di forma triangolare, rappresenta il cuore pulsante del centro storico ed è circondata, come ogni “Gran Place” fiamminga, dai caratteristici palazzi delle Gilde e delle Corporazioni delle Arti e dei Mestieri, edifici decoratissimi eretti tra il XVI e XVII secolo, tutti sormontati da statue dorate. Alcuni di essi sono stati distrutti da un incendio nel 1576 e ricostruiti nel XIX secolo.
Al centro della piazza si erge la Fontana di Silvius Brabo, costruita nel 1887 dall’architetto Jef Lambeaux e dedicata ad un leggendario personaggio la cui storia è legata alle origini della città.
Il legionario romano avrebbe infatti ucciso e sconfitto il gigante Druon Antigon che tagliava le mani ai cittadini che si rifiutavano di pagare un dazio per navigare sul fiume Schelda.
Brabo ha nella mano destra la mano del gigante ed è in procinto di lanciarla nel fiume.
Qui sono famosi i biscotti a forma di mano che ricordano la mano del gigante. Nella vetrina di una pasticceria troviamo un uovo grandissimo fatto di manine di biscotto.
Le manine di biscotto
Il fiume Schelda
Il castello di Het Steen sulla sponda del fiume
Centro eventi Handelsbeurs
Ma a dominare il Grote Markt è, senza dubbio, lo Stadhuis, il Municipio di Anversa, che occupa interamente un lato della piazza. Realizzato da Cornelis Floris de Vriendt tra il 1561 ed il 1566, rappresenta un magnifico esempio di architettura manierista nelle Fiandre, caratterizzato da una facciata ricca di dettagli rinascimentali.
Intanto girando e guardando abbiamo fatto le tre e un quarto. Forse è il momento di mettere qualcosa nello stomaco.
Non abbiamo ancora provato Frituur, la catena che frigge sul momento patatine, pollo, e altro. Così appena ne troviamo uno entriamo e ordiniamo. Si sa: "Fritta è buona anche una ciabatta", il proverbio ha ragione.